Il segno che Dio impone su Caino ha il senso di limitare la vendetta e di far in modo che il sangue non chiami altro sangue. Desiderare la il supplizio del carnefice, sarebbe dichiarare solo la vittoria della violenza, la sconfitta del nostro essere uomini. Nel 1994 Miguel Bosé, scrisse: “Sotto il segno di Caino”. Da qui, l’ispirazione per il titolo del suddetto laboratorio.

Come scritto nel terzo comma dell’art.27 della Costituzione: “Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”. L’Istituto Superiore di Studi Penitenziari sostiene che il tasso di recidiva fra persone in regime di detenzione, che in Italia arriva al 70%, si abbassa al 6% per chi frequenta laboratori di Teatro in carcere. In tal senso, l’espressione teatrale diviene un mezzo attraverso cui il detenuto ha la possibilità di lavorare sulla consapevolizzazione dei propri limiti e delle proprie risorse, sulla conoscenza degli altri e sulla costruzione di una nuova identità collettiva. Inoltre, il teatro in carcere si configura come opportunità per acquisire strumenti alternativi ai meccanismi relazionali di forza. Un modo altro dunque rispetto alla violenza che genera altra violenza.