Un teatro, quindi, quello de La Nuova Comune, che sfugge dai canoni, dai luoghi e dai cliché; che metta in essere la contaminazione tra teatro tradizionale, video, danza, musica, reading, reportage, talkshow e che si presenta da un lato con spettacoli-evento legati ad un luogo o ad uno specifico tema e dall’altro con spettacoli costruiti per la circuitazione, che nascono da percorsi di ricerca su temi importanti della nostra memoria e dell’attualità. Noi de La Nuova Comune, sosteniamo l’importanza che le persone (ed in particolar modo i giovani) conoscano il teatro civile, poiché spettacoli di questo tipo, non sono costruiti per essere fine a se stessi, ma volti a stimolare una o più riflessioni.

IL NOSTRO LAVORO Tra i testi che scegliamo di mettere in scena, vi sono sia quelli già noti alla letteratura teatrale (che riadattiamo in base alle esigenze), sia nuove drammaturgie, che scriviamo di nostro pugno. La Nuova Comune, da “compagnia homemade”, predilige e segue in particolar modo la seconda modalità di approccio al Teatro Civile: i componenti dell’equipe scrivono i loro spettacoli, li portano in scena e ne curano la regia. Il nostro lavoro è frutto di studi, di ricerche, di confronto, di interconnessioni, di sete di sapere. Spesso quando scegliamo di affrontare uno specifico argomento e quando decidiamo di raccontare di un determinato personaggio e della sua storia, i componenti dell’equipe organizzano la struttura del loro lavoro tra viaggi, interviste e sopralluoghi.  Nella fase di ideazione e di ricerca, il valore di una “testimonianza reale” che si fa drammaturgia, viene prima anche dell’urgenza estetica e formale del prodotto teatrale.  Il Teatro Civile, dunque, è un linguaggio che si mette a disposizione di un contenuto e mai viceversa. Ci piace pensare che La Nuova Comune possa far parte di quella piccola comunità di artisti che resiste spontaneamente alla seduzione dell’autoreferenzialità e si arrende con gioia ad un teatro che ama “osservare” più di quanto ami “farsi osservare”.